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OpificioPietreDure
Италия
Добавлен 21 ноя 2008
L'Opificio delle Pietre Dure (noto anche con la sigla OPD) è un Istituto dotato di autonomia speciale del Ministero della Cultura, la cui attività operativa e di ricerca si esplica nel campo del restauro delle opere d'arte.
L'Istituto nato per volere di Ferdinando I de' Medici, come manifattura per la lavorazione di arredi in pietre dure, l'Opificio venne trasformando la sua attività lavorativa, in attività di restauro, prima dei materiali prodotti durante la sua storia, per poi ampliare la propria competenza verso materiali affini.
E' sede di: una Scuola di Alta Formazione e Studio di restauro; un Museo della produzione artistica in pietre dure; un laboratorio scientifico; una biblioteca specializzata nel campo del restauro; un archivio dei restauri compiuti; un centro di ricerca sulla climatologia e laboratori di restauro all'avanguardia.
L'OPD pubblica una rivista annuale ("OPD Restauro"), collane monografiche e pubblicazioni su restauri specifici.
L'Istituto nato per volere di Ferdinando I de' Medici, come manifattura per la lavorazione di arredi in pietre dure, l'Opificio venne trasformando la sua attività lavorativa, in attività di restauro, prima dei materiali prodotti durante la sua storia, per poi ampliare la propria competenza verso materiali affini.
E' sede di: una Scuola di Alta Formazione e Studio di restauro; un Museo della produzione artistica in pietre dure; un laboratorio scientifico; una biblioteca specializzata nel campo del restauro; un archivio dei restauri compiuti; un centro di ricerca sulla climatologia e laboratori di restauro all'avanguardia.
L'OPD pubblica una rivista annuale ("OPD Restauro"), collane monografiche e pubblicazioni su restauri specifici.
Il restauro della Pala de' Magnoli - 1. Intervista a Marco Ciatti
L'intervista a Marco Ciatti (Soprintendente dell'OPD dal 2012 al 2022, scomparso il 20 aprile 2024) è la prima di una serie di video-interviste realizzare da Roberto Bellucci sul restauro della Pala di Santa Lucia dei Magnoli, capolavoro di Domenico Veneziano esposto alle Gallerie degli Uffizi.
Il delicato intervento, condotto dall'Opificio delle Pietre Dure tra il 2019 e il 2022, è stato interamente finanziato mediante Art Bonus, dal mecenate Giampaolo Cagnin, che ha voluto così omaggiare la memoria della moglie Anne Marie Bauer, restauratrice impegnata nel salvataggio delle opere d’arte dopo l’alluvione che colpì Firenze nel 1966.
Il delicato intervento, condotto dall'Opificio delle Pietre Dure tra il 2019 e il 2022, è stato interamente finanziato mediante Art Bonus, dal mecenate Giampaolo Cagnin, che ha voluto così omaggiare la memoria della moglie Anne Marie Bauer, restauratrice impegnata nel salvataggio delle opere d’arte dopo l’alluvione che colpì Firenze nel 1966.
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Il Museo dell'Opificio delle Pietre Dure a Firenze
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Il Museo annesso all’Opificio delle Pietre Dure, oggi moderno centro specializzato nel restauro, è diretta filiazione della manifattura artistica caratterizzata dalla lavorazione delle pietre dure, che fu ufficialmente fondata nel 1588 da Ferdinando I de’ Medici. Ce ne parla Laura Speranza, storica dell'arte, che lo dirige.
OPD. Settore di restauro Sculture Lignee Policrome
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Il video presenta le attività di conservazione, ricerca e formazione del Settore di Restauro Sculture Lignee Policrome, il cui laboratorio si trova negli ampi spazi al piano terra della sede dell’OPD presso la Fortezza da Basso
OPD. Settore di restauro Pitture murali e stucchi
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Il video presenta le attività di conservazione, ricerca e formazione del Settore di Restauro Pitture murali e stucchi, il cui laboratorio si trova negli ampi spazi al piano terra della sede dell’OPD presso la Fortezza da Basso
OPD. Settore di restauro Oreficerie
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Il video presenta le attività di conservazione, ricerca e formazione del Settore di Restauro Oreficerie, il cui laboratorio si trova presso la sede storica dell’OPD in via degli Alfani, 78 a Firenze
OPD. Settore di restauro Mosaico e commesso fiorentino
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Il video presenta le attività di conservazione, ricerca e formazione del Settore di Restauro Mosaico e commesso fiorentino, il cui laboratorio si trova presso la sede storica dell’OPD in via degli Alfani, 78 a Firenze
OPD. Settore di restauro Materiali tessili
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Il video presenta le attività di conservazione, ricerca e formazione del Settore di Restauro Materiali tessili, i, il cui laboratorio è collocato nella sede dell’OPD presso la Fortezza da Basso
OPD. Settore di restauro Materiali lapidei
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Il video presenta le attività di conservazione, ricerca e formazione del Settore di Restauro Materiali lapidei, il cui laboratorio si trova presso la sede storica dell’OPD in via degli Alfani, 78 a Firenze
OPD. Settore di restauro Materiali ceramici, plastici e vitrei
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Il video presenta le attività di conservazione, ricerca e formazione del Settore di Restauro Materiali ceramici, plastici e vitrei, il cui laboratorio si trova presso la sede storica dell’OPD in via degli Alfani, 78 a Firenze
OPD. Settore di restauro Materiali cartacei e membranacei
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Il video presenta le attività di conservazione, ricerca e formazione del Settore di Restauro Materiali cartacei e membranacei, il cui laboratorio è collocato nella sede dell’OPD presso la Fortezza da Basso
OPD. Settore di restauro Dipinti su tela e tavola
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Il video presenta le attività di conservazione, ricerca e formazione del Settore di Restauro Dipinti su tela e tavola, il cui laboratorio occupa un’intera ala degli ampi spazi al piano terra della sede dell’OPD presso la Fortezza da Basso
OPD. Settore di restauro Bronzi e armi antiche
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Il video presenta le attività di conservazione, ricerca e formazione del Settore di Restauro Bronzi e armi antiche, il cui laboratorio si trova presso la sede storica dell’OPD in via degli Alfani, 78 a Firenze
OPD. Settore di restauro Arazzi e tappeti
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Il video presenta le attività di conservazione, ricerca e formazione del Settore di Restauro Arazzi e tappeti dell'Opificio delle Pietre Dure, i cui laboratori hanno sede nella Sala delle Bandiere di Palazzo Vecchio a Firenze
Opificio delle Pietre Dure. La Soprintendente Emanuela Daffra presenta l'Istituto (luglio 2023)
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L’Opificio delle pietre dure è un istituto ad autonomia speciale del Ministero della Cultura che opera come centro di competenza e riferimento nazionale nel settore della conservazione di opere d’arte, svolgendo attività di restauro, ricerca e alta formazione
Il recupero del Gruppo fittile di Ganghereto
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Il video illustra le fasi del lungo e delicato restauro del gruppo fittile di Ganghereto (Terranuova Bracciolini, AR), curato dal Settore restauro Materiali ceramici, plastici e vitrei dell'OPD diretto da Laura Speranza.
Una selezione di vetri antichi con restauri storici
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Vasi in ceramica argentata dalle acquisizioni ottocentesche
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Urna chiusina fittile dalla Collezione Vagnonville
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I paesaggi in scagliola del Museo dell’OPD
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Per non dimenticare. Il Memoriale italiano di Auschwitz
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Il restauro dell’Adorazione dei Magi di Leonardo da Vinci
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I progetti per l’altare della Cappella dei Principi
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L’acquasantiera con Annunciazione di Giovan Battista Foggini
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Tavolo a commesso di pietre dure con fiori e uccelli su modello di Niccolò Betti
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I disegni del Novecento nelle collezioni del Museo dell’Opificio delle Pietre Dure
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Arte e celebrazione del potere. Frammento di statua di dace (II sec. d.C.)
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Pillola di restauro: il trittico di Badia a Rofeno di Ambrogio Lorenzetti
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Pillole di restauro: Altare d’argento di S. Giovanni Battista - Museo Opera di S. Maria del Fiore
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All of his babies looked like old midgets.
Bell’articolo dedicato ad una materia così affascinante quale è il restauro. Peccato che musica inappropriata , magari dal tono troppo elevato , e spiegazioni scritte in bicolore da dover leggere troppo rapidamente mentre vorremmo osservare meglio il reperto, non appagano la voglia di conoscenza , visto che le informazioni e le immagini scorrono troppo velocemente !
Sono commossa
Che arte magnifica ! Mi piacerebbe sapere cosa provano i restauratori quando hanno tra le mani capolavori centenari da ‘guarire’ ! Li assimilo ai chirurghi…. Dico troppo ?
Can we have an idea of how it would look hen ready?
Secondo me hanno fatto un pacciugo.
Lo stupore per il ‘lavoro’ dei restauratori ! E’ fatto di conoscenza, passione, rispetto, pazienza e tanto altro . Sono chiamati a operare con lo stesso senso di sacralità che penso abbiano i chirurghi verso il corpo umano ! L’abitudine a riconoscere le opere in un certo modo, considerando il trascorso di vari secoli trova alcuni contrariati di fronte al ‘rinnovamento’ come accadde per la Cappella Sistina a fine restauro. Non la si era mai vista nella sua vera veste perché offuscata dal fumo delle candele o come accade spesso oppresse da restauri inappropriati. Oggi i restauratori hanno dalla loro anche l’ausilio di tecnologie prima inesistenti . Affidiamoci !
Quanta Grazia in questo dolce e semplice dipinto di Andrea Mantegna. Un altro capolavoro italiano restituito all’Arte universale. Un ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato all’arduo restauro, il vostro lavoro è molto apprezzato. Il Museo Poldi Pezzoli, vero scrigno di tesori d’arte, si arricchisce di un’altra opera di inestimabile valore. “La bellezza salverà il mondo… diceva un tempo qualcuno, Dostoevskij per l’esattezza”.
Giù il cappello a chi cura e conserva questo miracoloso oggetto...
Quando la vidi per la prima volta agli Uffizi provai una delle più forti e profonde emozioni della mia vita. Capolavoro immenso!Complimenti ai restauratori che hanno fatto un ottimo lavoro.
Ho qualche dubbio sul risultato finale. Non ne sono entusiasto per niente. Pazienza... 🙂
Il senso di responsabilità mi avrebbe schiacciata. Al posto dei tecnici avrei provato terrore, vedere un fantasma mi avrebbe fatto meno paura. Rabbrividisco solo a pensare a come si siano sentiti mentre, studiando l'opera, hanno trovato le impronte digitali del più grande genio della storia. Ergo: ringrazio tutti i tecnici per il loro enorme coraggio e per aver restituito all'umanità ed alla storia un simile capolavoro.
Mi sembra assurdo vedere un " restauratore " che tocca e appoggia le proprie mani nude a contatto diretto sulla superficie dell'opera . Possibile che non si riesca ad evitarlo. Non lo riesco ad accettare, mi dispiace.
Ho avuto lo stesso pensiero. Certo che lo si puo' evitare... E poi le epidermidi sono "acide"...
Wonderful, exquisite work!
It is gratifying to see this important painting so carefully and respectfully treated, and so well restored. Thank you.
Grazie. Era sempre un incanto ascoltarlo
Immenso professore, sempre con me nel cuore, grazie 🙏🙏🙏
😊❤
Una musica un po' più allegra? Sembra una veglia funebre.
Ben fatto. Un ringraziamento dal profondo del cuore da tutte le persone che amano l'Arte a tutte le persone che spendono così tanto tempo e danno così tanto amore a certe meraviglie affinché' possano rivere per lungo tempo ancora.Un amore che sara' contraccambiato dalle opere stesse nel fruire di così tanta bellezza. Grazie ancora.❤
Straordinario, stupefacente dipinto del sommo Mantegna magnificamente restaurato. Grazie per aver mostrato così tanti dettagli.
Grazie!
Un vanto italiano; visitare il museo con il nonno…
ii 14 ottobre di qualche anno pima sono nata io il cvhe rende l'evento specialissimo
nice story ...interesting work
Bellisimo
Complimenti
Che lavoro certosino, che precisione ma soprattutto che pazienza! Comunque un tempo, cosa evidente anche me da totale profano, facevano veramente "restauri" di me..... Avrebbero fatto meglio a non fare nulla, mettere tutto da parte frammenti compresi e lasciarli ai posteri; immagino che sareste stati in grado di ricostruirlo molto meglio! Ma le dita della mano e la parte di ala?
Buonasera, mi piacerebbe sapere cosa pensano gli esperti dell'Opificio circa i restauri subiti e i pentimenti che si intravedono in questo dipinto (per quel che si può vedere attraverso delle semplici foto): ruclips.net/video/bHTET7ifx5I/видео.html
Li facevamo da Berti Claudio pietre dure a Scandicci 10 anni fa.lavoro meraviglioso
Molto bello, complimenti ai restauratori.
Great work! Magnificent study. A little sad about the blank/lost negative spaces... but truly superb work. Alleluja.
Che meraviglia... 💎👍😀👋
Witam dziękuję to jest to na co czułam to jest dowód i szukałam potwierdzenia tu ukazani są twórcy zaawansowanej technologii z skąd wziął się Jezus dlatego kościół katolicki do dziś morduje znam całą prawdę prawdziwej historii z z wielu artystów wymordowanych przez religie dziękuję pozdrawiam cieplutko
Avete distrutto un restauro sedimentato nella memoria collettiva vergognatevi
Stupendo e ora che lo abbiamo di nuovo nella nostra pieve posso ammirarlo grazie a tutto lo staff del restauro
Ogni volta che vedo uno strappo mi vengono i brividi. Ma so che gli operatori sono eccezionali!
Bello il trittico,fortunatamente è stato restaurato,peccato però sia stato fatto franare il campanile millenario della badia per dei lavori mal eseguiti in prossimità di essa
Incredibile
bravo edo!
Ottimo lavoro, grazie mila!
Meraviglioso!
Bellissimo. Emozionante. Una rivelazione di luce, amore e bellezza. Grazie!
Commuovente la cura e l'attenzione attraverso cui, questi grandissimi "chirurghi" di opere d'arte, hanno infuso nuova vita nella tela, maneggiandola con la stessa premura che si usa nei confronti di un anziano signore che torna sporco e debole da un lungo viaggio. Grazie a voi è riemerso in tutto il suo splendore l'atto creativo di un genio e quel "moto e fiato" che rende così umane le figure di Leonardo. Siete l'orgoglio italiano, grazie infinitamente per il vostro lavoro!
Le mani nude ....a contatto diretto con l'opera....😢😢😢😢
grazie per tutto quello che fate!
Venite a trovarci al Museo Palazzo Corboli di Asciano per ammirarlo in tutto il suo splendore!
Sarebbe interessante un'analisi aggiornata sul dipinto "gemello" della Muta, ovvero la "Gravida" della Galleria Palatina a Firenze, di cui non si sente più parlare e che qualcuno, in tempi recenti e piuttosto velatamente, vorrebbe avvicinare a Ridolfo Del Ghirlandaio. Curiosamente, questa superba tavola viene sempre esclusa dai prestiti alle mostre nazionali e internazionali su Raffaello. E' notevole osservare come, sottraendo i due listelli aggiunti su un lato e sul bordo superiore della "Gravida" (forse aggiunti per adattare il dipinto ad una cornice), le dimensioni della tavola eguaglino quelle della "Muta", facendo pensare ad un originario dittico. L'essenza utilizzata per entrambe le tavole è inoltre il tiglio (come per i ritratti Doni), di uso assai meno frequente rispetto al più comune legno di pioppo. Per non parlare degli elementi più strettamente figurativi, che accomunano e unificano i due dipinti: la sorgente luminosa, la posa simmetrica delle due dame (sedute quasi una di fronte all'altra), il medesimo fondo scuro da cui emergono le due figure. Osservazioni dirette su entrambi i dipinti farebbero pensare, tuttavia, ad una datazione più tarda della "Gravida", in cui la resa pittorica della manica destra di velluto rosso (a sinistra per chi chi osserva) è assai simile a quella della manica di damasco bianco del "Leone X". Inoltre, la fattura del polsino sinistro (a destra di chi guarda) della camicia in 'tela di rensa' bianca, è identica a quella riscontrabile nel "Ritratto di Cardinale" del Prado, datato al 1510/1511. Forse concepito in origine come dittico ed in gran parte eseguito nello stesso periodo (presumibilmente intorno al 1508), la tavola della Gravida rimase incompiuta per qualche anno nella parte delle maniche, delle mani, e di tutta la parte bassa, ma ripresa e completata dallo stesso Raffaello in un qualche momento del periodo romano.
Sarebbe interessante una pubblicazione esaustiva dei risultati delle indagini sulla Madonna Del Granduca, sulla quale purtroppo nulla si riesce a reperire. Casualmente si scopre (ben undici anni dopo l'annunciato ingresso del dipinto all'OPD), grazie ad un altro video del Prof. Marco Ciatti, che nel 2010 non fu effettuata alcuna pulitura sul dipinto in questione. Che il fondo, le aureole, ed il margine esterno delle capigliature sono risultati alle analisi non originali. Nell'indagine effettuata nel 1983/84 si scoprì che anche il manto della Vergine era ampiamente restaurato. Sarebbe interessante capire "quanto" del Raffaello originale sia giunto a noi fino ad oggi. Per non parlare delle scoperte relative all'architettura ed al paesaggio dello sfondo originale, su cui nulla è trapelato. Forse, un'eccesso di riservatezza.
Re tubio
Amo Firenze in tutti i suoi siti c è traccia del opificio e del suo valore